Archivio tag: immigrazione

15
maggio
Foto di Lif...

Foto di Lif…

Commentare a caldo e raccogliere i pareri degli esperti (e non) è sempre un esercizio cui si prende parte volentieri. Ed è proprio ciò che, con grande naturalezza, si è svolto mercoledì sera a Bruxelles, durante l’incontro “The EU Agenda on Migration: Moving towards a Human Migration Policy?”, giusto poche ore dopo la presentazione dell’Agenda sulle Migrazioni da parte della Commissione Europea. Continua a leggere

29
gennaio
Foto di Luca Bruno

Foto di Luca Bruno

Mio padre era un marabout, ossia un guaritore: cercava di guarire i malati, le persone che soffrivano. Non riceveva soldi da questa attività. Nel mio villaggio c’erano anche i somà (degli stregoni animisti), persone che lanciavano delle maledizioni sulle altre persone, per farle star male, ovvero facevano il contrario di quello che faceva mio padre. I somà hanno iniziato a minacciarci perché volevano che mio padre smettesse di fare il marabout; lui non aveva nessuna intenzione di cedere alle loro minacce, ma nel 1999 si è ammalato gravemente e poi è morto. Continua a leggere

28
ottobre
Foto di Steve Evans

Foto di Steve Evans

Mio marito Y., prima di incontrarmi, ha lavorato nell’esercito sudanese con un contratto di tre anni come militare professionista, dopodiché ha aperto una piccola attività di lavorazione dell’alluminio. Nell’ottobre del 2005 ha ricevuto una lettera di convocazione dall’esercito per essere arruolato in Darfur, ma si è rifiutato di partire e da quel giorno sono iniziati i nostri problemi. È stato incarcerato moltissime volte, non ricordo nemmeno quante, perché colpevole di avere assunto un comportamento antinazionale. Oltre a incarcerarlo, lo hanno minacciato di morte e hanno sequestrato la piccola fabbrica di alluminio. Continua a leggere

3
ottobre
Foto di Chema Concellón

Foto di Chema Concellón

In occasione di quella che dovrebbe diventare la giornata della Memoria e dell’Accoglienza, ci siamo chiesti come ricordare le 368 vittime della strage avvenuta a Lampedusa il 3 ottobre 2013 e tutte le persone annegate in questi anni nel tentativo di raggiungere le coste dell’Europa. Abbiamo pensato che questo brano di Oceano Mare di Alessandro Baricco dica nel modo più semplice, vero e doloroso i momenti terribili vissuti da queste persone e dai loro compagni che si sono salvati. Continua a leggere

19
settembre

100TPC100 Thousand Poets for Change è un progetto nato negli USA nel marzo del 2011 che ambisce a unire i poeti, i musicisti e gli artisti di tutto il mondo per gridare in coro contro l’ingiustizia, le guerre, la diseguaglianza, il razzismo, la fame e promuovere gli ideali di pace e le politiche di sostenibilità. Il progetto ha già coinvolto numerose comunità di artisti a Houston, a Toledo, in Banglaore e anche in Italia dove i Poeti per il cambiamento si sono attivati in numerose iniziative auto organizzate. Nel nostro paese, in particolare dopo la tragedia del 3 ottobre in cui morirono 368 migranti al largo di Lampedusa, i Poeti cercano di sensibilizzare il pubblico riguardo al tema dell’accoglienza dei richiedenti asilo. A tal fine hanno pubblicato l’antologia Sotto il cielo di Lampedusa. A Bologna, fino a domenica 28 settembre verranno organizzati reading poetici e iniziative di sensibilizzazione con il patrocinio del Quartiere San Vitale. Continua a leggere

21
agosto
Foto di nyhao

Foto di nyhao

È necessario spiegare che in Burkina Faso un uomo può chiedere alla famiglia di sua madre una donna da offrire in sposa a un suo nipote (figlio di un fratello). Mio zio trovò una donna della sua famiglia che accettò di proporsi come mia sposa. Io rifiutai perché non era mia intenzione sposarmi in quel momento. Mio zio accolse il mio rifiuto come un’offesa nei suoi confronti. Una mancanza di rispetto, un’umiliazione. Essendo lui il capofamiglia, fui cacciato di casa. Chiesi aiuto a mio padre, ma lui non era in grado di rendersi autonomo dalla famiglia e di costruirsi una casa dove trasferirsi con me e con mia madre, quindi mi diede dei soldi per partire. Durante il Ramadan del 2009 mi misi in viaggio per la Libia, dove erano già presenti alcuni parenti che lavoravano a Tripoli. Continua a leggere

6
agosto
Foto di Handirubvi Wakatama

Foto di Handirubvi Wakatama

Quando è cominciata la guerra i miei genitori mi avevano insegnato a essere sempre pronta a scappare. Un giorno sono tornata a casa e li ho trovati morti. Non sapevo dove andare, ero piccola e sola. Avevo 10 anni. Mi avevano lasciato il numero di uno zio con l’indicazione di chiamarlo in caso di bisogno e così mi sono rivolta a lui che mi ha presa a vivere con la sua famiglia. I problemi sono iniziati fin da subito: mi obbligava a vendere l’acqua dentro sacchetti di plastica, non mi faceva più andare a scuola e non mi dava le cure quando ero ammalata. Mio cugino mi vedeva soffrire e così un giorno ha rubato dei soldi a suo padre e me li ha dati dicendomi di andare via. Continua a leggere

30
luglio
Foto di Caterina Soldati

Foto di Caterina Soldati

Sono tanti, davvero tanti. Mentre servo meccanicamente la colazione tento di guardarli uno ad uno, chi vuole il tè, chi il succo di frutta, chi solo il latte con tanto zucchero. Alcuni mi ringraziano, altri non mi rivolgono nemmeno un sorriso. Cerco di immaginare il loro stato d’animo e capisco di partire subito dal presupposto sbagliato. Non c’è nessun “loro”, ma tanti “lui” e tante “lei”, ci sono 200 persone distinte che vivono l’esperienza comune di essere richiedenti asilo a Bologna, ospitati presso l’ex CIE che ora ha aperto i suoi cancelli ed è diventato un centro di prima accoglienza. Continua a leggere

29
luglio
Foto di Marta Meloni

Foto di Marta Meloni

Immaginatevi un parco alberato assolato che circonda una villa a due piani nella provincia di Bologna, pieno di alberi secolari sempreverdi che danno ombra e riparo ai giovani ospiti durante pomeriggi lunghi di un luglio che sembra un poco marzo. Sono rifugiati e richiedenti asilo provenienti da varie regioni dell’Africa sub-sahariana e dal Pakistan, arrivati fino a qui da situazioni e luoghi tanto diversi, accolti in una piccola città dell’Emilia e con tanta voglia di riprendere le fila delle loro vite. Continua a leggere

17
luglio
Foto di Neil Moralee

Foto di Neil Moralee

Un giorno di “careme” (quaresima) ero stato invitato a casa di mia sorella e vidi suo marito che la picchiava. Io allora cercai di bloccarlo, intanto mia sorella prese un bastone e lo colpì alla testa, uccidendolo. Mia sorella riuscì a fuggire, ma io fui preso dai familiari di suo marito che mi reclusero dentro a una stanza. Nel mio villaggio la polizia non viene quasi mai chiamata, se si può ci si fa giustizia da soli. Ho ragione di credere che la famiglia di mio cognato mi volesse fare del male o addirittura che volesse uccidermi. Fortunatamente il fratello di mio cognato mi liberò di nascosto e mi portò con la sua moto fuori dal villaggio. Mi era molto amico perché andavamo a scuola assieme e mio padre ci dava sempre un po’ di soldi. Continua a leggere